24 ott 2010

Lettera aperta

PREMESSA: Tengo a precisare che, malgrado il forte tono provocatorio di questa lettera, non è assolutamente mia intenzione denigrare le esperienze di vita o la giustissima e lecita necessità dell'essere umano di raccontare e raccontarsi; il mio appello alla riflessione si rivolge principalmente a tutti coloro che si occupano di letteratura: dagli scrittori professionisti, agli aspiranti tali; dagli editori ai filologi; ovvero quelle persone che dovrebbero chiedersi il perché del rapido declino della letteratura italiana contemporanea e della condanna, a mio parere ingiustificata, di generi letterari come l'erotico, i quali altro non sono che espressione delle più nobili, seppur basilari, necessità dell'essere umano: amare, essere amati e manifestare il proprio affetto.


Prendete un foglio ed una penna, oppure, se preferite, accendete il vostro computer e avviate un qualunque editor di testo.
Cominciate ad immaginare situazioni bizzarre e incontri sessuali, promiscui all'inverosimile.
Concentratevi sul contorcersi dei corpi fra violenti amplessi e descrivetene accuratamente ogni dettaglio più osceno.
Focalizzatevi sugli ansimi, sugli spasmi orgasmici che s'impadroniscono dei personaggi come fossero sostanze corrodenti i corpi dall'interno, costringendoli a gridare; ponete l'attenzione sulle mani che indagano e violano il corpo del malcapitato amante, andando ad esplorare, stringere freneticamente, graffiare e malmenare le zone più occulte e quelle più improbabili.
Non appena queste visioni vi avranno eccitati abbastanza, prendete il foglio o la tastiera ed iniziate a scrivere. Non indugiate su volgarità e linguaggio gergale, oppure mascherate questi termini e locuzioni con aulicismi costruiti, ignorate la coerenza stilistica, purché diano una parvenza di eleganza: se si usano questi pochi e semplici accorgimenti, elementi come la concordanza dei tempi e la grammatica diventano quisquilie. In fondo, quando si scrive un racconto di genere erotico, l'importante è descrivere scene eccitanti ed il più possibile autobiografiche, per aumentarne il realismo... ci vuole poco, no?
Sbagliato!

Il genere erotico è sempre stato considerato come una sorta di “pecora nera” della letteratura; anzi, spesso e volentieri è stato escluso con indignazione dalla “letteratura colta”.
Negli ultimi anni, con l'avvento di internet, la situazione non è certo migliorata: sono migliaia i siti web, i forum e i blog nati come raccoglitori di “racconti erotici”.
Andando ad indagare più a fondo, ci si rende conto come buona percentuale di queste “opere”, non siano né racconti, né erotici; pur continuando ad essere, dal punto di vista legale, delle “opere”.
Questa “moda” è praticata per lo più da giovani, spesso giovanissimi, sicuramente dotati di una forte esuberanza e voglia di raccontare o, più frequentemente di raccontarsi, ma che difficilmente siano stati autori di elaborati più impegnativi del tema “il mio pesciolino rosso”, in terza elementare. I testi di questo tipo sono poco più di un'accozzaglia di frasi e discorsi che seguono, quasi nella totalità, gli stereotipi elencati all'inizio di questa riflessione.
Per quale motivo questo fenomeno è così espanso? Perché sembra così difficile pensare al genere erotico come letteratura “rispettabile” al pari del romanzo psicologico o dell'autobiografico, che pure hanno molti elementi in comune? Ma, soprattutto, nonostante gli elementi dell'eros siano continuamente inseriti come testi, contesti e sottotesti di pubblicità, programmi televisivi e perfino opere letterarie o cinematografiche, sebbene con l'erotico abbiano poco da spartire, perché resta sempre una certa diffidenza da parte di editori e distributori, nonché una difficoltà oggettiva, rasente l'impossibilità, di una concreta commercializzazione e diffusione di questi prodotti?
Questi quesiti non possono fare a meno che aprire una riflessione su fenomeni già individuati da miei colleghi più illustri o, comunque, sicuramente più esperti, circa il generico malessere della letteratura italiana contemporanea. Proprio partendo da questo concetto e nelle problematiche che il genere erotico ha in comune con molti altri generi letterari, affonda le radici la mia convinzione della necessità di guardare a questa tipologia narrativa con rispetto e darle il giusto status all'interno del panorama letterario.

Nelle risposte a questi stessi quesiti, si possono trovare gli strumenti per giungere, finalmente, ad una precisa definizione e connotazione della letteratura erotica, la quale necessita assolutamente di codifiche letterarie che, seppure generalizzate e modellabili soggettivamente, possano costituire un punto di riferimento oggettivo per l'intera comunità letteraria.
Partendo dalle tre domande poste qualche riga più in alto, è mio intento conferire uno spunto per la creazione e diffusione di queste codifiche letterarie.
Ma procediamo con ordine.
E' stato detto che il racconto ed il raccontarsi sono necessità quasi istintive dell'essere umano e, paradossalmente, quando si parla di argomenti così intimi e privati, quali possono essere la sessualità, le proprie fantasie erotiche e il rapporto con la persona amata, queste necessità diventano più impellenti, permettendo all'istinto narrativo di prendere completamente possesso della coscienza dell'individuo.
Ovviamente vi sono numerose eccezioni, non tutti hanno questa necessità e questa brama di stendere su un foglio il proprio rapporto con l'eros, ma in un modo o nell'altro, questo istinto deve e viene sempre tradotto in un'esternazione, in una creazione, in qualunque cosa possa lasciare una traccia tangibile e visibile del proprio io, quasi sempre con la pretesa che sia “artistica”. Questa necessità di esprimersi attraverso opere artistiche meriterebbe una trattazione a parte; per evitare digressioni inutili dall'argomento principale, consideriamo validi come assiomi la predisposizione dell'arte ad essere “espressione del senso” o, meglio, “espressione del significato” e la naturale capacità dell'arte di racchiudere in sé un'acuta forma di empatia, tanto potente da essere longeva quanto sia longeva la stessa opera artistica e captabile da qualunque essere umano (magari in forme e modalità diverse), nonostante la sua provenienza ed esperienza culturale e sociale.
Analizzando questo fenomeno, ovvero la necessità del racconto ci si rende conto immediatamente della sua espansione quando si parla di letteratura erotica; è sufficiente aprire un qualunque motore di ricerca e digitare nell'apposito box le parole “racconti erotici”. Immediatamente compariranno decine di migliaia di risultati e sarà altrettanto immediato identificare il gran numero di strumenti web che fungono da contenitori per questi racconti.
Assodato come il fenomeno in questione sia veramente esteso, purtroppo è sufficiente leggere una decina di elaborati, da fonti diverse, per rendersi conto di quanto sia basso il livello letterario e, spesso, quanto sia difficile trovare racconti che non contengano almeno un errore: e non parlo di refusi o semplici errori di digitazione che, non esistendo figure come gli editor o i correttori di bozze in questi contenitori, sono pur sempre leciti; parlo di veri e propri disastri grammaticali, di violenze contro la sintassi e di indiscriminati genocidi di modi e tempi verbali.
Questo problema è dovuto, alla radice, ad un'emergenza già segnalata più volte in siti e blog letterari dall'indubbia serietà e professionalità: la stragrande maggioranza degli pseudo-scrittori ha il “brutto vizio” di non leggere e, prima ancora, di non aver studiato sufficientemente la grammatica e la linguistica.
La prima provocazione di questa riflessione è proprio riferita a queste gravi lacune: prendere un foglio ed una penna, così come accendere il calcolatore avviando l'editor di testi per dare libero sfogo alla propria smania di scrivere, è la sorgente di tutto lo scempio a cui si può assistere oggigiorno guardando la letteratura nostrana.
Perché ripetere in questa sede problematiche già ampiamente discusse in altri luoghi ed in altri tempi?
Per due ragioni principali: se ne parla ma non si fa nulla per migliorare la situazione e perché questo problema ci conduce automaticamente al secondo quesito.
Il disprezzo per le materie scolastiche alla base di una buona educazione, non solo nel campo della letteratura, ma soprattutto nel campo delle relazioni interpersonali; il mancato interesse per la lettura, con la pretesa di creare un'opera letteraria e, ahimè, la mancata professionalità di noi, membri della comunità letteraria, che ignoriamo e non interveniamo a supportare e consigliare per il meglio gli autori di tali raccapriccianti opere, nonché un'assurda e dannosa tendenza, non solo dei letterati, ma di chiunque si ritenga (non senza una piccola dose d'ipocrisia) “rispettabile” e rispettoso di inutili tabù sociali, quali quello sull'eros e sul pudore, già ampiamente abbattuti (o forse solo “aggirati”?) dai sottotesti dei mezzi ivi accennati, sono tutti fattori che influenzano la rispettabile sensibilità delle persone rispettabili, discostandoli dalla letteratura apertamente erotica e, quindi, impedendogli di considerare quest'ultima quale genere rispettabile: in parole povere, si tende a considerare l'eros come un tabù, come qualcosa di socialmente immorale, poiché si teme che, infrangendo questa regola morale, si perda in rispettabilità.
Per riassumere, a rafforzare questa tendenza, più che mai ipocrita, sovvengono i seguenti elementi:
  1. Eccessiva diffusione della tendenza al racconto erotico, soprattutto se autobiografico.
  2. Scarsa cura nella stesura e, generalmente, nella creazione di opere letterarie di genere.
  3. Istintiva avversione verso il tabù dell'oscenità dell'erotismo, determinata da un “senso del pudore” socialmente ed oggettivamente condiviso, ma in realtà abbattuto o aggirato da elementi passivamente accettati dalla collettività, riducendosi pertanto nell'ipocrita timore di essere considerati individui osceni e poco rispettabili.
Questi tre punti, in particolare l'ultimo, danno la risposta al terzo quesito; i letterati e i manager del mondo editoriale, hanno una concreta difficoltà nell'accettare e nel considerare il genere erotico come “letteratura di qualità”, poiché è presente l'oggettiva difficoltà per queste opere, di penetrare un mercato “socialmente rispettabile”.

Quindi, quali contromisure possono essere prese, o quali tecniche possono essere elaborate affinché la letteratura erotica possa essere considerata al pari di altri generi?
Elaborando i tre punti di cui sopra, si può cominciare a stendere un tracciato, non solo per migliorare la situazione del genere erotico, ma anche per aumentare la qualità delle opere letterarie nostrane e, perché no, fornire degli strumenti per chiunque sia interessato ad esprimersi al meglio attraverso le forme artistiche della parola o, perfino, cimentarsi nella professione della scrittura: questo è ciò che intendo per “codifiche letterarie”.

Se pensiamo ad un qualunque genere letterario e ne pronunciamo il nome, un probabile interlocutore, per connessione logica, secondo il suo grado di conoscenza di quello stesso genere, potrà iniziare ad elencare una serie di elementi narrativi e di archetipi relativi alla letteratura di cui stiamo parlando.
Indipendentemente dal fatto che uno scrittore, cimentandosi in un genere, segua o meno gli elementi e gli archetipi correlati, risulta davvero difficile pensare, per esempio, ad un romanzo fantasy dove non sia almeno accennata la figura del drago o del condottiero valoroso; oppure ad un'opera gotica che non includa vampiri, licantropi o fantasmi oppure, ancora, pensare ad un racconto cyberpunk che non tratti il tema della tecnocrazia o dell'emarginazione sociale e l'alienazione individuale.
Questo avviene perché i generi citati, sebbene possano contenere titoli molto differenti fra loro per trama, ambientazione e tematiche principali, costituiscono mondi letterari codificati e le loro codifiche non sono altro che l'insieme degli elementi narrativi ricorrenti e degli archetipi di quel dato genere.
Il procedimento di correlazione logica, diventa molto più difficile quando si tratta di letteratura erotica. In realtà ci troviamo di fronte all'ennesimo paradosso: esistono codifiche anche per questo genere, ma, purtroppo, esse sono eccessivamente semplicistiche e superficiali.
Il paradosso è costituito proprio da questa semplicità, che rende difficile collegare elementi narrativi molto diversi dalla descrizione del mero rapporto sessuale e archetipi molto distanti da personaggi sessualmente insaziabili, amanti violenti o traditori e traditi.
In realtà le varianti di queste semplici codifiche sono migliaia, centinaia di migliaia, poiché ogni essere umano ha una diversa abilità discorsiva ed utilizza diverse tecniche di esposizione, che non possono essere uguali l'una all'altra, dal momento che sono prodotti del livello culturale, delle capacità espressive, della sensibilità e delle esperienze personali.
E forse è proprio qui il problema di cui al punto 1.
Spendendo un po' di tempo nella ricerca e nell'analisi dei racconti presenti su web, dei quali è già stato individuato e descritto l'autore medio, ci si rende conto che l'elemento narrativo maggiormente ricorrente è la descrizione del rapporto sessuale e, più precisamente, del primo rapporto sessuale.
Questo, è da notare, ricorre più frequentemente nei racconti autobiografici a carattere omo-erotico; indice, ovviamente, della difficoltà soggettiva di esporre e manifestare una sessualità “altra”, rispetto a quella oggettivamente accettata e socialmente più diffusa.
Di conseguenza, l'intento di questi autori, non è quello di raccontare un'esperienza di vita vissuta o una fantasia erotica con personaggi “terzi”, attraverso le forme e gli stili della narrativa, ma è semplicemente quella di esporre il proprio io, la propria essenza e condividerla con il più ampio numero possibile di persone che possano accettarla e capirla; non si tratta, quindi, di puro esibizionismo, ma di una vera e propria necessità di sentirsi meno “altri”, rispetto alla maggioranza dei membri della società. Un discorso analogo può essere fatto per i racconti a tematica non omo-erotica; in questo caso sono minori gli esempi di “primo rapporto sessuale”, almeno per quanto riguarda racconti autobiografici, ma rimane alta la percentuale di trame riguardanti rapporti fra personaggi “terzi” (creati appositamente per la storia, più o meno ispirati a persone reali, ma comunque distanti dall'autore), caratterizzate da primi incontri o incontri casuali. Anche in questa eventualità non si può definire puro esibizionismo l'intento narrativo di questi autori, ma si tratta della manifestazione dei propri desideri, più o meno vissuti ed esauditi, più o meno confessati; purtroppo, anche in questo caso, continua a mancare l'intenzione del rispetto formale e stilistico.
E' necessario, quindi, operare una prima distinzione all'interno del genere erotico.
Non si possono, infatti, mettere sullo stesso piano opere letterarie, seppure autobiografiche, ed elaborati redatti esclusivamente per esprimere una parte di sé e raccontarsi o raccontare di altri al mondo: infatti, mentre nel primo caso si tratta di vere e proprie opere letterarie, quindi opere dell'ingegno, create secondo regole stilistiche e formali ben precise, nel secondo caso ci si trova davanti ad elaborati, carichi di pathos, sicuramente non privi di empatia e capacità di emozionare, ma troppo distanti dal poter essere considerate opere letterarie, anche se rispettose delle regole sintattiche e grammaticali e, talvolta, perfino più curati nella forma e nello stile delle vere e proprie opere, poiché sono caratterizzate da un'eccessiva personalizzazione e dall'intento di comunicare sé stessi, senza la minima intenzione estetica, filosofica o semiologica, ovvero senza quegli elementi che rendono un'opera d'arte riconoscibile come tale.
Possiamo, quindi, separare nettamente queste tipologie del genere erotico:
  • Letteratura erotica autobiografica o biografica: quando si tratta di vere e proprie opere letterarie
  • Narrazione erotica autobiografica o biografica: quando la scrittura è solamente un mezzo con il quale comunicare una propria esperienza di vita, oppure quella vissuta da terzi.

Allo stesso modo si possono identificare altre due tipologie, caratterizzate da elementi fantastici o situazioni poco reali:
  • Fiction Erotica
  • Narrazione Pura
In questo caso gli elaborati possono avere molti elementi in comune, rendendone difficile la collocazione in una o nell'altra categoria; l'unica differenza veramente tangibile è che, mentre nel primo caso, trattandosi di opere letterarie, si possono individuare significati e intenti narrativi non limitati alla descrizione del rapporto sessuale, incentrando la narrazione sulla caratterizzazione filosofica dell'atto stesso e dei suoi risvolti sulla psicologia dei personaggi, nella narrazione pura non sono presenti questi aspetti umanistici e l'intero elaborato si riduce, nei suoi punti fondamentali, alla descrizione spicciola o, comunque, fine a sé stessa, del rapporto sessuale; escludendo nuovamente i concetti e gli elementi che possono fare in modo di definire l'elaborato stesso come “opere d'arte”.

Ancora più complicato diventa individuare e definire elaborati scritti, scindendo quelli con intento artistico da quelli semplicemente narrativi, nel momento in cui l'autore non possiede sufficienti cognizioni, nozionismo e cultura relativi alla letteratura e, nel nostro caso, alla linguistica italiana.
Questa mancanza di strumenti creativi è all'origine e, contemporaneamente, è conseguenza, del problema di cui al punto 2.
Le lacune degli autori emergenti circa questi argomenti, sono la piaga principale del nostro mondo letterario: siamo un popolo di scrittori, ma non di lettori e questo assioma tocca principalmente la popolazione giovanile; il problema in questione è, purtroppo, difficilmente risolvibile, soprattutto da un mercato editoriale come quello italiano che promuove e valorizza esclusivamente autori dal nome altisonante, scrittori emigrati da altre professioni o che siano già affermati nel panorama letterario italiano e mondiale; questa strategia va a scapito di una letteratura giovane, ricca di talento e dotata di quella freschezza e capacità di analisi e di visione differenti dalle figure ivi citate, ma ugualmente capace di emozionare e catturare l'attenzione del lettore.
Lungi da me l'idea di sfruttare questa mia riflessione per criticare il mercato e l'editoria italiana: non possiedo sufficienti conoscenze ed esperienza per questo. Tuttavia è innegabile che gli autori emergenti trovino ben poche possibilità di affermarsi in un mercato che prevede ben poco spazio per loro e, anche quando questo spazio viene reso disponibile, frequentemente vi si trovano esclusivamente titoli di puro intrattenimento, incapaci di fungere da strumenti per una crescita letteraria del lettore.
Se questo discorso è valido per la letteratura in generale, è ancora più marcato e complesso per il mercato editoriale della letteratura erotica, in quanto considerata, forse “letteratura di nicchia”; se questo fosse vero, però, si avrebbe l'ennesimo paradosso: come può essere considerata di nicchia una letteratura trattante argomenti e tematiche che toccano trasversalmente, in maniera più o meno approfondita, materie umanistiche quali la psicologia, la filosofia, le relazioni interpersonali e l'affettività?

Per fortuna, nel tentativo di ovviare a questi inconvenienti alcune case editrici e, nel loro piccolo, alcuni letterati, hanno cominciato ad offrire spazi dove gli autori emergenti possono dare prova delle loro abilità e hanno allestito spazi nei quali i letterati e gli aspiranti tali, possono confrontarsi ed offrire spunti per l'accrescimento del panorama culturale italiano.
Anche per il genere erotico, fra gli innumerevoli contenitori e miscelatori di letteratura e narrazione fine a sé stessa, negli ultimi anni sono comparsi luoghi di questo tipo.
Proprio partecipando e collaborando con questi spazi ho avuto modo di acquisire le esperienze che mi hanno portato alla stesura di questa riflessione sulla necessità di individuare codifiche tali da rendere il genere erotico una letteratura di tutto “rispetto”.
Quali altri metodi possono essere sfruttati per l'individuazione e la definizione delle codifiche necessarie alla letteratura erotica?
Infine, quali strumenti sono ancora necessari perché il genere erotico venga riconosciuto come parte di quella letteratura umanistica alla quale effettivamente appartiene?



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