8 nov 2013

Cliffare o non cliffare?

Il "cliffhanger" è il diffusissimo espediente narrativo che interrompe la narrazione in corrispondenza di un evento ricco di suspense, scatenando nel lettore/spettatore la necessità, quasi fisiologica ed angosciante di conoscere a tutti i costi i risvolti dell'azione che il cliffhanger ha interrotto... è utilizzata (sempre più) spesso a conclusione di capitoli o di episodi di serial televisivi.



Ora: non che ci sia qualcosa di male nell'utilizzo del cliffhanger, ma comincio a sospettare stia diventando un "must"; sembra che gli autori (indipendentemente dal formato di narrazione) non abbiano altra scelta che usare il cliffhanger per mantenere attiva l'attenzione del lettore.


Questo è superficiale e, a parere mio, estremamente errato.



Riporto a difesa della mia tesi l'ultimo romanzo (bello) che ho letto: "L'ombra del vento", di Carlos Ruiz Zafón.





L'autore, nell'arco di tutto il romanzo (più di 430 pagine) utilizza il cliffhanger appena un paio di volte e appena accennato (ovvero senza la sensazione di ansia quasi dolorosa che provoca, talvolta, questo espediente).

Nonostante questo il libro ti tiene lì inchiodato e, spesso, ti trasmette dei mattoni emozionali da doverti fermare un mezz'oretta, o iniziare a leggere qualcos'altro per digerire un attimo quello che hai assorbito nella lettura.


Zafòn non lascia al lettore "l'ansia", tipica del cliffhanger, ma conclude ogni capitolo in maniera "perfettamente completa", quasi dando l'idea che il romanzo possa finire lì... alla fine di qualunque capitolo. 

In questo modo, quando il lettore gira la pagina e ne trova un altro, la sensazione che prova è:
 
"Wow! Che fico! Non è ancora finito... c'è dell'altro!" 

che, più o meno, è quello che si vuole trasmettere con l'uso (ormai abuso) del cliffhanger.



Non sarebbe più interessante una sfida di questo tipo, soprattutto per gli autori emergenti? Trovare metodi ed espedienti narrativi capaci di attirare l'attenzione del lettore e mantenerla salda alla narrazione, senza la necessità di violentarlo psicologicamente costantemente con l'abuso di troncamenti narrativi?



My two cents, a voi l'ardua sentenza.

R.D.H.


 

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